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16 Mar

Ray Charles e la “Soul Music”

Ray Charles e la “Soul Music”

 

Il genere soul è uno dei pochi sottostili appartenenti alla “black music” che è più o meno familiare a chiunque in Italia. Questo perché tra tutti i diversi stili appartenenti alla musica afro-americana, il soul è quello che più si avvicina alla struttura, lunghezza ed orecchiabilità della musica commerciale.

Caratteristiche della musica soul

Quando qualcuno mi chiede informazioni a riguardo, la definizione più semplice che riesco a dare è che la musica soul può essere considerata la musica pop degli afro-americani. E’ sicuramente riduttivo definirla così ma rende in qualche modo l’idea.

In essa sono infatti presenti molti elementi tipici della loro cultura :

  • accordi ed armonie di natura jazzistica
  • ritmiche e grinta esecutiva ereditate dal rhythm ‘n blues
  • cori ed impronta stilistica delle voci di evidente natura gospel

Tutto questo viene unito e proposto in maniera abbastanza orecchiabile, sviluppato all’interno di una struttura praticamente identica a quella della musica pop.

 

Origini della musica soul

 

Tra gli artisti famosi che subito ci vengono in mente quando pensiamo a questo tipo di musica figurano sicuramente Marvin Gaye, Aretha Franklin, James Brown, Otis Redding, Wilson Pickett ed il mio preferito, Stevie Wonder.

Ce ne sono tanti altri, ma uno in particolare necessita di essere evidenziato. Colui che è considerato il più importante tra i pionieri di questo genere : Ray Charles.

Dobbiamo soprattutto a lui l’esistenza di questo genere. Non fu di certo facile per lui realizzare questa idea, tra l’altro neanche volontaria inizialmente, di fondere il rhythm ‘n blues con il gospel. Ciò che ne venne fuori fu molto criticato, soprattutto in riferimento ai testi.

Nel caso non lo sapessi, “gospel” significa vangelo, quindi ti lascio immaginare la reazione di tanta gente, a quei tempi, nel sentire qualcuno cantare quelle armonie con dei testi tipici del blues…

I testi che scrivono i bluesmen sono in molti casi riferiti ad una donna, che li ha lasciati, che li ha traditi, che non possono avere, che hanno lasciato per qualcun altra, che non c’è più…il tutto espresso in molti casi con diverse allusioni al lato più fisico della cosa. Insomma credo tu sia d’accordo se dicessi che questi argomenti non sono tanto attinenti alla sempre presente devozione religiosa dello stile gospel! 😉

 

Ascoltiamo qualche suo brano!

 

Il suo stile cominciò comunque a fare successo tra gli amanti del rhythm ‘n blues, conquistando in breve tempo anche il pubblico pop dei “bianchi”, grazie in particolare al pezzo “What’d I say“.

Pensa che questo pezzo è nato per riempire uno spazio di tempo rimasto prima della chiusura di un suo concerto! L’ha praticamente improvvisato davanti al pubblico facendo a botta e risposta con le coriste del gruppo.

“What’d I say” (’59) :

 


Il primo brano però che ti verrà in mente è probabilmente questo :

Anche se non è stato composto da Ray Charles, è la sua versione ad aver reso celebre il brano. “Georgia on my mind” (Hoagy Carmichael) :

 

Ray Charles : “The Genius”

 

Quando parlo con alcuni cantanti amanti del soul e chiedo loro di nominarmi i loro artisti preferiti, quasi sempre Ray Charles non è presente. La loro motivazione è che la sua voce non è bella quanto quella di altri, le sue canzoni non sono abbastanza spinte come sonorità e altre cose del genere…

Tutto ciò mi dispiace troppo da una parte, ma dall’altra mi rendo conto che giungono a queste conclusioni perché lo ritengono attuale come stile e lo paragonano senza pensarci più di tanto alla musica soul di oggi (che è quello che è grazie soprattutto a lui). Considerando che buona parte della sua musica appartiene a più di 40 anni fa, è una cosa straordinaria.

Ascolta questo pezzo, è il mio preferito :

Come arrangiamento sembra semplicemente spartano o fatto con mezzi molto poveri. Eliminando mentalmente la sua voce ed il piano da lui stesso suonato, ci si rende conto invece che il brano è veramente vecchio (è del ’56) ed è lui ad essere avanti. Basta far caso ai cori nella parte finale.

In più, posso dirti che è stato composto da Henry Glover ed è stato inciso nello stesso periodo anche da un’altra cantante, Lula Reed. Ascoltando la sua versione, il brano sembra essere semplicemente uno dei tanti pezzi di quell’epoca. Nessuno credo farebbe un paragone tra quell’esecuzione e la musica soul moderna. Lo riterrebbe solo un pezzo carino, ma molto vecchio.

 

Bisogna considerare ciò che avveniva attorno a lui a quel tempo e ciò che è venuto dopo grazie a lui, per rendersi veramente conto del perché sia stato definito “The Genius”.

 

La sua vita è stata davvero sofferta e piena di tempi duri. C’è una canzone che trasmette con tristezza ma allo stesso tempo grande intensità la sua realtà, più di quanto io possa essere mai capace di descrivere a parole. E’ un brano che credo meriti almeno la stessa attenzione di quelli suoi più celebri. Non a caso, si intitola “Hard Times” (’61).

Ascolta :

A dimostrare l’attualità della sua musica c’è anche un altro pezzo in cui si intravede un approccio alla ritmica soul-funk…

In questo brano, Ray Charles canta con una naturalezza assoluta in un genere più ritmato e vicino alla moderna musica soul, in cui tanta gente non si aspetterebbe mai di sentirlo cantare.Il risultato è un pezzo in cui la sua esecuzione vocale e pianistica al piano elettrico Rhodes non ha niente da invidiare ai vari brani soul degli anni ’70, dimostrando di appartenere alla musica soul, in tutte le sue sfumature, più di chiunque altro.

Si intitola “The Jealous Kind” (’77) :

 

Una fonte d’ispirazione per intere generazioni

 

Questo è ciò che cerco di trasmettere a tutte le persone con cui mi ritrovo a parlare o suonare, che si avvicinano alla musica soul. Ci tengo a trasmettere loro l’importanza di un artista come Ray Charles.

Tanti artisti hanno ripreso le sue canzoni rifacendole a modo proprio, ad esempio John Mayer. La sua esecuzione di “I don’t need no doctor” è molto personale ma chi conosce bene Ray Charles noterà sicuramente nella sua esecuzione vocale il rispetto che nutre nei suoi confronti. In ogni sua esecuzione del brano, lo si sente cantare avvicinandosi molto al timbro di Ray Charles, quasi imitando molte sue tipiche variazioni vocali.

Un altro che da piccolo lo ha ammirato tanto ed è stato influenzato dal suo stile è Stevie Wonder. Pensa che agli inizi, quando aveva solo 12 anni, rilasciò un album intitolato “Tribute to Uncle Ray” (Tributo allo Zio Ray), in cui incise una serie di cover cantate in modo un po’ personale ma decisamente influenzato e rispettoso nei confronti di Ray Charles.

Noto tutte queste cose perché io, come un’infinità di musicisti al mondo, sono stato influenzato sotto certi aspetti da Stevie Wonder come è piuttosto evidente in un brano che ho composto diversi anni fa Singolo Lookin CD + Jewel2(Scaricalo gratis qui), quindi scavando nelle sue radici e di conseguenza ascoltando la musica di Ray Charles non potevo essere indifferente….

Forse ci ho impiegato un po’ ad entrare nel suo stile perché bisogna dimenticarsi della musica di oggi e trasferirsi mentalmente in quel periodo per apprezzarlo pienamente, ma adesso è uno dei pochissimi artisti che ho il piacere di ascoltare di tanto in tanto per ritrovare il valore artistico della musica tanto raro oggi.

Andrea Ocello –
Artista Indipendente (Soul, Funk, Jazz & Pop) 
Leggi “La mia storia“.

Comments

  • Reply

    MauroMarzo 18, 2012

    Ciao Andy =)
    davvero un articolo bello e interessante ;-) suggerirei anche a tutti gli appassionati del genere di vedere il film "Ray", un film che racconta la vita di Ray Charles, mettendone in luce sia il genio musicale, sia gli aspetti più oscuri della sua vita, legati alla dipendenza da alcool e droga. Notevole è l'interpretazione di Jamie Foxx, premio Oscar come miglior attore protagonista. Trovate qui la scheda del film:

    http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=35376

    Buona visione a tutti =)
    Ciao!

    • Reply

      andyocelloMarzo 20, 2012

      Grazie Mauro. :-)
      Non ho accennato al film per non dilungarmi troppo col discorso, comunque la parte che più mi fa piacere leggere in quella recensione è la prima frase : "This kid can do it. He is the One".
      E' bello sapere che Ray Charles era pienamente soddisfatto dell'attore che l'avrebbe interpretato...

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