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19 Jul

Innervisions : La musica black che ha influenzato intere generazioni di artisti

Innervisions (1973)
Uno degli album più “Black” ed importanti di Stevie Wonder

 

Dopo la notorietà raggiunta grazie a “Talking Book” nel ’72, e senza neanche riposarsi un anno come un qualsiasi comune mortale, Stevie Wonder tira fuori un altro grande album.
Uno dei più significativi della sua carriera.

Inizialmente quest’album avrebbe dovuto intitolarsi “Last days of Easter”. In seguito però, la decisione di Stevie fu quella di rilasciarlo col titolo di “Innervisions”. Effettivamente, quest’ultimo titolo rappresenta molto meglio la sua intensità.

Un’infinità di artisti lo citano come l’album che più ha influenzato il loro modo di fare musica, e rappresenta infatti una sorta di rivoluzione nel mondo della musica black in quanto a sonorità, arrangiamenti ed elementi stilistici per quel tempo unici. Questo anche perché Stevie Wonder è stato, con quest’album, il primo musicista afro-americano a fare un uso predominante di sintetizzatori e strumenti elettronici del tempo (ARP, Moog, ecc…).

 

 Soul, Funk, ma anche un’influenza quasi Acid in questo album

L’album si apre con un brano molto particolare, che secondo me avrebbe meritato più attenzione, dal titolo “Too high”.
E’ una sorta di riflessione nei confronti di tutte quelle persone che cadono nell’abuso di droga. Situazione che non riuscendo più ad uscirne li porta verso l’allontanamento dalla brava gente, spaventata da tutto ciò, e rovinando così la propria vita nonostante avessero grandi capacità e talento…..

Musicalmente, oltre ad esserci la sua costante personalità Funky-Soul del periodo, ha una sorta di atmosfera Acid Jazz in cui raramente capita di sentirlo.
E’ inoltre un brano per niente facile da interpretare (o almeno imitare), suonato con un basso Moog, piano Rhodes, batteria e l’immancabile armonica nell’assolo.

Tra i più conosciuti c’è “Visions”, anche questo particolare, seguito da “Living for the city”, un brano “Black” che più di così non si può, in cui Stevie canta con una grinta e in parte rabbia (il brano parla anche di razzismo) che solo uno come lui può avere, e “Golden lady”, un brano che ha avuto un ottimo riscontro commerciale in quel periodo.

 

Il brano successivo meriterebbe un post a parte.

….non per parlare del brano in sé, che tutto sommato è piuttosto semplice e lineare, ma del significato e vicende collegate ad esso che sono accadute.

Pochi giorni dopo aver rilasciato quest’album infatti, al ritorno da un concerto, Stevie fu vittima di un brutto incidente in auto, prendendo una violenta botta in testa per cui rimase in coma per diversi giorni. Al risveglio, si rese conto di aver difficoltà (solo temporaneamente per fortuna) nel riconoscere gli odori e i sapori.

Una delle prime cose che lo preoccupò però, fu capire se anche riguardo l’udito e le capacità musicali, ci potessero essere dei problemi. Si fece infatti portare uno dei suoi strumenti (si dice fosse il clavinet) in ospedale.

A quel punto, gli amici presenti raccontano che lui avesse una sorta di timore nel toccarlo e provare a suonare. Era più che comprensibilmente preoccupato dall’idea di non riuscirci. Dopo un primo momento di timore però, videro subito nascere uno dei suoi grandi sorrisi, perché fortunatamente riusciva ancora a suonare….eccome se ci riusciva! 🙂

 

Ti racconto questo, perché il brano a cui mi riferivo prima, è “Higher Ground”, il cui testo sembra raccontare in anticipo, ciò che gli sarebbe accaduto. Lui stesso racconta :

“For me, I wrote Higher Ground even before the accident.
But something must have been telling me that something was going to happen to make me aware of a lot of things and to get myself together.
This is like my second chance for life, to do something or to do more, and to value the fact that I am alive.”
– Stevie Wonder


In italiano sarebbe qualcosa del tipo :

“Scrissi Higher Ground molto prima dell’incidente.
Ma qualcosa mi volle avvertire che sarebbe successo qualcosa per rendermi consapevole di molte cose e per farmi trovare me stesso.
Questa è come la mia seconda possibilità di vita, per fare qualcosa o fare di più, e per farmi dare il giusto valore al semplice fatto che sono vivo.”

 

Il ritornello del brano infatti dice :

“I’m so darn glad He let me try again,
cause my last time on earth I lived a whole world of sin
I’m so glad that I know more than I knew then
Gonna keep on tryin’
Till I reach my highest ground”


Te lo provo a tradurre, anche se non rende allo stesso modo :

“Sono davvero grato che Egli mi abbia permesso di riprovarci,
perché la mia ultima(precedente) volta sulla terra, ho vissuto un mondo pieno di peccato
Sono grato di sapere adesso, molto più di prima
Continuerò a provarci,
fino a raggiungere il mio livello più alto (inteso come consapevolezza interiore)”

 


Da quel giorno Stevie divenne ancora più Stevie di prima
, sviluppando un approccio ancora più spirituale alla vita e affermando lui stesso che questo avvenimento non fu un caso.

Da quel momento sfruttò ogni concerto per raggiungere ed avvicinare la gente, perché adesso sapeva davvero cosa doveva trasmettere alle persone, e che i concerti erano il suo principale mezzo per riuscirci.
Cosa che ha sempre fatto fino ad oggi, regalandoci così tante altre belle emozioni e diventando un grande artista, portatore di pace e amore.

 

Gli ultimi 4 brani dell’album
sono molto diversi fra loro e belli in modo differente.

“Jesus children of america”, un brano che definirei funky-gospel, perché è una sorta di preghiera.

“All in love is fair”, una bellissima ballata a cui ho dedicato un video sul mio canale Youtube.

“Don’t you worry about a thing”, un brano suo molto famoso, dall’influenza latina.

Infine “He’s misstra know it all”, piuttosto insolito ed unico per il suo stile.

Non mi spingo oltre nella descrizione perché sarebbe assurdo. La musica va ascoltata ed assorbita in modo soggettivo.

 

L’idea di One Man Band in studio

L’intero album è stato suonato da Stevie Wonder, come è suo solito fare, ed ha musicalmente influenzato mezzo mondo….me compreso.

Capisco e condivido pienamente la sua scelta, perché anche io preferisco suonare ogni strumento e tutte le parti vocali dei miei album. Lo facevo già molto prima di conoscere la sua musica.
In questo modo si riesce a dare un’unica forte personalità al brano, difficilmente riproducibile in gruppo.

E’ proprio nel periodo in cui stavo ascoltando quest’album che sono nati 2 dei brani che hanno fatto avvicinare a me, tanta gente. Ho deciso infatti di estrarne uno come singolo dal mio album e di regalarlo a tutti gli appassionati del genere soul e funk anni ’70! 😉

Stevie Wonder è un grandissimo artista che ha pubblicato un numero disumano di album tutti da scoprire e ascoltare con attenzione…….ma è il momento adesso di dare fiducia anche a nuovi artisti, soprattutto indipendenti, che dedicano la propria vita alla musica, nel tentativo di trasmettere a chi lo apprezza, tante emozioni e bei momenti.

Non si può guardare sempre indietro per trovare delle cose belle, considerandole migliori a priori…..tanta gente lavora oggi alla propria musica con tanta passione ed intensità che merita per lo meno, una possibilità. Anche adesso, in questo istante in cui stai leggendo.

Immagino che anche Stevie si troverebbe in difficoltà oggi, nell’emergere e guadagnarsi il suo posto, in questa società frettolosa e che presta sempre meno tempo alle cose davvero importanti e di valore.

Comments

  • Reply

    IvanOttobre 1, 2018

    Volevo sapere di più riguardo alle motivazioni, alle idee di Stevie Wonder sui brani e grazie a questa pagina ho imparato ancora di più! Grazie!

    • Reply

      Andrea OcelloOttobre 1, 2018

      Grazie a te di aver letto Ivan! Sono contento di averti trasmesso qualcosa in più su questo meraviglioso artista! ;-)

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